Le tabelline, un gioco con papà alle scuole elementari rigorosamente all'ora di cena, anche in francese era divertente!, e poi "ricercare sempre le fonti" le parole di mamma spesso dette in spagnolo perché era più efficace il suo messaggio... E' così che penso di aver sempre amato la ricerca, che è spesso difficile da spiegare ora a chi ci sta vicino. Con una parola ciò che mi ha appassionato è la multidisciplinarità per guardare a 360°.
Tutto è cominciato durante i primi anni della mia carriera accademica nel corso di Laurea Triennale in Biotecnologie Mediche presso l'Università Statale di Milano: ho assaporato la vita da laboratorio e mi sono accorta dei molteplici punti di vista che valeva la pena esplorare. E’ così che ho cominciato ad occuparmi, attraverso analisi in silico prima, di tecnologie biomediche e biotecnologie applicate. Ho avuto l’occasione di approfondire alcuni aspetti computazionali grazie al team di ricerca dell’Istituto di Tecnologie Biomediche del CNR c/o Laboratorio Interdisciplinare di Tecnologie Avanzate (LITA) di Segrate. Ma non era finita, si apriva un nuovo mondo improntato su conoscenze, decisioni ed incertezza per citare le parole della Società Italiana di Statistica Medica ed Epidemiologia Clinica (SISMEC, 2020). Dati, osservazione e sperimentazione le parole chiave. Ora una nuova sfida è nell’aria: un ponte tra scienze biomediche e innovazione tecnologica, digital health, metodologie della biostatistica e dell'epidemiologia, cura personalizzata, real-world evidence (RWE), big data, surveillance e fonti originali di dati.
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