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Allergie al cibo e relazione con umore e benessere emotivo


Un recente studio scientifico ha sintetizzato la prevalenza di allergie al cibo, valutata dai partecipanti stessi, in una stima del 17,3% (con un'intervallo di confidenza pari a 17,0-17,6).
Probabilmente sai già se hai una delle classiche allergie al cibo (diverse intolleranze alimentari, celiachia...), mentre magari non sai che alcuni sintomi somatici che potresti aver sperimentato possono essere ricondotti a sensibilità alimentari. Le variazioni di umore ed emozioni hanno un ruolo importante nel favorire questi sintomi, che risulterebbero dunque espressione di problemi di benessere emotivo e psicologico, come ansia e disturbi depressivi.


ANSIA E DEPRESSIONE


Uno studio recentemente nel 2010 ha confrontato un gruppo di persone (N=130) con disturbi gastrointestinali che i partecipanti stessi riconducevano ad ipersensibilità alimentare con un gruppo di controllo (N=75) scelto casualmente dalla popolazione generale della Norvegia, appaiato per età e genere. Secondo le interviste, il 57% dei soggetti corrispondeva alla classificazione dei criteri del DSM-IV in termini di presenza di un disturbo psichiatrico. Il disturbo d'ansia (34%) e la depressione (16%) erano i più frequenti.

Lo studio scientifico ha rivelato che ansia e depressione erano comuni in soggetti con sintomi simili a quelli della sindrome dell'intestino irritabile riconducibile a ipersensibilità al cibo, suggerendo che la valutazione di depressione e disturbo d'ansia potrebbe essere un approccio utile nell'indagine clinica di soggetti che riportano ipersensibilità alimentare.


Ad ogni modo non c'è necessità di preoccuparsi! Le sensibilità al cibo possono essere migliorate e non necessariamente sono gravi o condizioni che durano tutta la vita dicono . E' possibile scoprirle attraverso una dieta speciale chiamata dieta di eliminazione e reintroduzione. Si elimina l'assunzione di un determinato alimento for circa 2 settimane (fase di eliminazione) e poi lo si reintroduce nella dieta (fase di reintroduzione). Questo metodo è certamente utile con l'aiuto di un professionista della salute (medico, nutrizionista...).

Una forte reazione ad uno di questi cibi eliminati dalla dieta conferma che quel particolare alimento non è gradito al nostro corpo. E' raccomandabile mangiare cibi diversi nei diversi giorni della settimana.



Durante la fase di eliminazione diamo al nostro corpo un "riposo" prolungato riguardo ad un particolare alimento, dunque potresti provare un senso di malessere, sebbene tollerabile (fase di astinenza).
Quindi è sempre consigliabile il consiglio di un medico/nutrizionista prima di fare grossi cambiamenti alle abitudini alimentari.



Alcuni


  • “Il sale mi fa salire la pressione.”
  • “Il grasso mi fa ingrassare.”
  • “Lo zucchero rovina i miei denti.”
  • “Non riesco a resistere una giornata senza la mia tazza di caffè.”
  • “Questa carne alza il livello di colesterolo.”
  • “Questo alimento ricco di calcio favorirà la costruzione delle mie ossa.”

Cosa pensi di queste frasi? Vero o falso?


Probabilmente in alcune situazioni sono vere, ma è possibile che stiamo ingigantendo troppo questi effetti? Se questi effetti sono il risultato naturale dell'assunzione di questi cibi come riusciamo ad enfatizzare questi risultati con le nostre attese?



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